Non per dire, a pugno stretto

Il tenere la penna in mano e lasciare che l'inchiostro fluisca - sotto forma codificata affinchè gli altri in minima parte recepiscano il background - e s'imprima su un tessuto assorbente qualsiasi, è senza dubbio un atto masturbatorio.
Il gesto stesso lo rivela.
Del resto scrivere non è parlare, e vale la pena marcare la differenza.
Discorso diretto, da fare a parte.

"Ti credi furbo?"
"Sì"

Trottola roteante su un punto morto, perchè di quel che si potrebbe fare tanto non cambierebbe le sostanze intorno (nessuno l'ha chiesto), non cambierebbe la potenza su di sè che tiene legati all'incontrollabiltà degli eventi (un solo movimento, e il giudizio è già una condanna), nonostante gli occhi vaghino oltre.

Beato sonno, accoglimi.


Parma, 29 giugno 2007

Sulle labbra

Non dovevi partire?

Scioperi e incubi mi hanno fermato: nottata dagli occhi sbarrati.
La mia casa invasa dai ratti e cadaveri in decomposizione appesi in ogni stanza, e la sensazione che sarei andato a perdere altro tempo... anzi che no... quella casa dai soffitti così bassi, e così poca luce, e rumori scricchiolanti, e un'infanzia nera che ancora ronza... e poi non ho via... forse ce l'avevo, ma l'ho persa... e poi non ho voglia di andare a far la spesa in quel paesino, a piedi... altra perdita di tempo, anzi che no... quando tornavo da scuola lì mi aspettavano per inseguirmi e menarmi... ero il più piccolo e ispiravo violenza si vede... tornavo a casa e i miei "perchè non ti difendi?" perchè non mi difendevate voi, perchè non ero difeso nemmeno in casa, da voi e dai mostri... sì, ora tu vedi me esternamente e pensi che tutto sommato non è poi così grave, ma dentro? non ho centro, e le spaccature non sono vie da percorrere, quali vie? e verso dove? in media ogni 33 minuti è una rivoluzione, spesso inconciliante con quella precedente... almeno una volta avevo un Dio normale, con una forma, come una madre e un padre ideali a cui rivolgersi, adesso il mio Dio è così spalmato da rasentare l'indifferenza, la sua non la mia... ho nostalgia della forma, della poesia, odio la poesia senza forma, non può esistere poesia senza forma, è la forma che concentra le emozioni... la poesia deve essere musicale... non è schizofrenia ma a volte gli somiglia proprio... i nervi tremano sempre più in spasimi deliranti, e sento così vicino il pozzo... no, non è così, poi sì e poi fanculo tutto e tutto resta uguale... dovrei dirti che va tutto bene? no, con te non me lo voglio permettere, con te che dimostri sincerità e non hai paura a dirmi che non stai bene quando non stai bene... non mi va di metterti l'anima in pace, disonestamente... beh dopo riderò e ti farò ridere, perchè in fondo queste sono parole intraducibili... dispersione è conseguenza di insicurezza... e ora vorresti risolvermi razionalmente? Non illuderti ancora, la razionalità è solo un'altra religione, così superficiale e autoreferenziale quando non è spontanea, quando non è vissuta prima di tutto attraverso i sentimenti... c'è qualcosa di molto più profondo, di primordiale, di autentico, di doloroso se vuoi, ma anche di gioioso... gli abbracci aiutano molto di più che i tentativi di risolvermi con la pietà razionale sparata a raffiche di parole recidivamente scialbe, sai? nel mio caso almeno... vabeh, ti lascio questa canzone nello stereo... forse domani parto... play:

(musica)

la tua primavera è un incubo
in cui lo stato cede alla pornografia

il niente e il niente da distinguere
finchè poi non sai più cosa sentire

pensi di avere un credo
poi lo adatti a quello che sei

e come può il mio amore essere limpido
se è la mia nazione che l'inquina

so come un uomo deve decidere
ma ora non so più cosa sentire

ti ritrovi sulle labbra
a giustificarti quel che sei

anche odiare è un diritto, sai?

la tua primavera è un incubo
disobbedire acquista un senso in più

(afterhours)


Parma, 13 aprile 2007

Storia Medievale

Sull'assestato marciapiede circonferente la rotonda di Piazzale S.Nella (ben nota anche come la Protettice dell'Ingorgo),
in una bene e stante cittadina
onorevolmente appuntata sul collo dell'italico stivale,
alle 2 e 30 del pomeriggio di un raggiante 8 marzo,
un incontro.
Ecco cosa accadde:


Ingunde (tutti voi vi ricorderete di lei per le magnifiche avventure di quel sant'uomo di "Ermenegildo: aò, ma quanto sò Vichingo?!"):
Allora?
Hom'è andhato l'esame di Storia?

Zebedeo:
Considerando il limite massimo della mia disponibilità a farmi mettere i piedi in testa da un professore, direi or poco sì,
ostico e deciso,
alla mia eliminazione ben s'intende,
ho dribblato in anticipo la prevedibile punizione oscurando i doppivetri per non far disturbar all'Alba del dovere,
il mio piccolo lieto sonno,
così carino piccino piccino picciò!

Ingunde:
E quindi in bréve?
Non ti sè'tu presenthato neppure stavolta?

Zebedeo:
In verità, in verità ti dico:
mi sono alzato trionfante alle nove e tre quarti,
mi sono ravvivato i capelli,
e mi son avviato fiducioso verso il campo di duello
nel tentativo di risolvere medievali conflitti di vecchi barbosi derelitti,
io e il mio impeccabile look con le sue due giuste gocce di irresistibile Kelso,
quandunquecco, l'improbabile che appare,
così come apparve la Madonna a un calciatore
appena pestato laddove è meglio tacere...

Ingunde:
Oh citrullo!
Dicchè tu blateri, maremma maiala?

Zebedeo:
Tu non ci crederai, tanto poco è originale questo fatto,
che io invece c'ho ancora il cuore in mona...
appena esco di casa
una luce straniante,
silenzio assoluto,
e toh che mi risveglio
nella plancia di un'astronave!

Ingunde:
...?????
(questo s'è fumato il bignami di tutta la storia dello stato di Giamaica, altrochè!)

Zebedeo:
E sai che m'hanno detto dopo avermi analizzato con tutti i loro laser stronzi per ogni mio sacro buco libero?
Dopo una lunga e concitata tra i di loro savi, assemblea,
m'hanno con professionalità concisa dichiarato:
"Onestamente, lei è un coglione!"
Ti pare?
Io? Un coglione?
Un coglione io?
Chissà, magari da loro i coglioni invece sono riconosciuti come individui stimabili, o addirittura geniali!
Magari i coglioni loro sono migliori dei nostri,
ma perdinci,
perquanto coglione alieno
sempre coglione sono!

Ingunde:
Forse è' meglio se non ci vediamo per un pò,
eh?


Parma, 8 marzo 2007