Non dovevi partire?
Scioperi e incubi mi hanno fermato: nottata dagli occhi sbarrati.
La mia casa invasa dai ratti e cadaveri in decomposizione appesi in ogni stanza, e la sensazione che sarei andato a perdere altro tempo... anzi che no... quella casa dai soffitti così bassi, e così poca luce, e rumori scricchiolanti, e un'infanzia nera che ancora ronza... e poi non ho via... forse ce l'avevo, ma l'ho persa... e poi non ho voglia di andare a far la spesa in quel paesino, a piedi... altra perdita di tempo, anzi che no... quando tornavo da scuola lì mi aspettavano per inseguirmi e menarmi... ero il più piccolo e ispiravo violenza si vede... tornavo a casa e i miei "perchè non ti difendi?" perchè non mi difendevate voi, perchè non ero difeso nemmeno in casa, da voi e dai mostri... sì, ora tu vedi me esternamente e pensi che tutto sommato non è poi così grave, ma dentro? non ho centro, e le spaccature non sono vie da percorrere, quali vie? e verso dove? in media ogni 33 minuti è una rivoluzione, spesso inconciliante con quella precedente... almeno una volta avevo un Dio normale, con una forma, come una madre e un padre ideali a cui rivolgersi, adesso il mio Dio è così spalmato da rasentare l'indifferenza, la sua non la mia... ho nostalgia della forma, della poesia, odio la poesia senza forma, non può esistere poesia senza forma, è la forma che concentra le emozioni... la poesia deve essere musicale... non è schizofrenia ma a volte gli somiglia proprio... i nervi tremano sempre più in spasimi deliranti, e sento così vicino il pozzo... no, non è così, poi sì e poi fanculo tutto e tutto resta uguale... dovrei dirti che va tutto bene? no, con te non me lo voglio permettere, con te che dimostri sincerità e non hai paura a dirmi che non stai bene quando non stai bene... non mi va di metterti l'anima in pace, disonestamente... beh dopo riderò e ti farò ridere, perchè in fondo queste sono parole intraducibili... dispersione è conseguenza di insicurezza... e ora vorresti risolvermi razionalmente? Non illuderti ancora, la razionalità è solo un'altra religione, così superficiale e autoreferenziale quando non è spontanea, quando non è vissuta prima di tutto attraverso i sentimenti... c'è qualcosa di molto più profondo, di primordiale, di autentico, di doloroso se vuoi, ma anche di gioioso... gli abbracci aiutano molto di più che i tentativi di risolvermi con la pietà razionale sparata a raffiche di parole recidivamente scialbe, sai? nel mio caso almeno... vabeh, ti lascio questa canzone nello stereo... forse domani parto... play:
(musica)
la tua primavera è un incubo
in cui lo stato cede alla pornografia
il niente e il niente da distinguere
finchè poi non sai più cosa sentire
pensi di avere un credo
poi lo adatti a quello che sei
e come può il mio amore essere limpido
se è la mia nazione che l'inquina
so come un uomo deve decidere
ma ora non so più cosa sentire
ti ritrovi sulle labbra
a giustificarti quel che sei
anche odiare è un diritto, sai?
la tua primavera è un incubo
disobbedire acquista un senso in più
(afterhours)
Parma, 13 aprile 2007
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