Puoi aver pensato a tutt’altro sino a quel momento: alla giacca di pelle nera, alla soggettività dell’oggettivo, al seno abbondante della ragazza appena passata… ma poi quando scopri una multa di centoventunomila e "Duecento lire" (sono i piccoli particolari, quelli che poi ti fanno più incazzare!), che è anche la prima, sul tuo Ciao blu parcheggiato, e neanche tanto male, sul marciapiede di Piazza Garibaldi, non pensi più a niente, se non all’ingiustizia da poco "subita"!
È come quando si ha mal di denti o qualsiasi altro dolore fisico senza averlo assolutamente previsto, in quanto appunto, si era impegnati a pensare ad altro.
Le varie ragioni che ti permettevano di restare rinchiuso e al calduccio nel tuo protettivo nido, si slegano d’improvviso, e cadendo giù dall’albero senti inevitabilmente dolore. È lo scontro tra la materia del tuo corpo, e la materia della terra cioè "l’inaspettata" pratica da svolgere della vita reale: fino ad allora non ti apparteneva, al limite la osservavi dall’alto e basta.
Se hai mal di denti devi andare dal dentista, e se prendi una multa dovrai pagarla.
Non puoi concederti che si aggravi la situazione, devi risolverla il prima possibile o sei finito.
Intanto io ho preso il motorino, sono andato a casa, ho mostrato il foglietto giallo a mia madre assorbendone l’ovvio interrogatorio con conseguente condanna, e con un balzo sono tornato nel mio dorato nido.
Finché posso goderne ancora.
Parma 29/09/00
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