Il ragnocchio

Dorme, e quando dorme sogna tutti i pensieri inespressi durante il giorno, tutti i pensieri che gli uomini si sono autocensurati o a cui non hanno voluto dare ascolto, uccidendo sin dall’origine l’immaginazione che avrebbe potuto essere ma non è stata.
Le aule di scuola sono gli spazi in cui preferisce aggirarsi, sempre in caccia di cibo, sempre aspettando il momento in cui il povero alunno, colpito dall'improvvisa domanda dell’insegnante, si blocca; più che altro per paura di essere al di sotto di chissà quale esagerata aspettativa.
Perciò, silenzioso, senza dare nell’occhio, striscia a filo delle pareti sulle sue sei zampette aracnoidi, si ferma, rizza le antenne alla prima avvisaglia di cervelli impantanati, e una volta accertatosi della vittima più colma di sapori sopiti, corre velocissimo sotto le sedie, s’inerpica su per il banco del prescelto, salta sulla nuca e succhia con un minuscolo apparato boccale terminante in uncino, posto all’apice del suo corpo-occhio.
Non molto tempo fa –chinato su un foglio bianco proiettante intorno a sè un’interminabile schiera di punti interrogativi esigenti una precisa descrizione di animali da inventare, e quindi mai esistiti, o almeno, mai dimostrati empiricamente-, mi capitò di trovarmene un esemplare di fronte, impertèrrito, che mi fissava senza lasciar trapelare sentimento alcuno.
Inizialmente mi prese un più che giustificabile sconcerto, ma poi con uno scatto insospettabile dell’animo decisi di farmi forza, e come sfidandolo, replicai con la sua stessa fredda intensità: lo sguardo che non pareva smuoversi di un solo millimetro.
Così d’incanto intesi che lui era lì per offrirsi, stava sacrificando la sua natura ai più sconosciuta, proprio a me.
Ed ecco la sua grossa iride violacea mutarsi nel colore delle mie, poi un’umida patina calda ne offuscò la pupilla che prese a tremare, e mi fu facile intuire del suo aver preso coscienza della fine imminente.
Con un secco pugno assestato perpendicolarmente sulla sua presenza, lo incastrai definitivamente fra le righe del foglio che, come per magia, ordinò gli schizzi sparpagliatisi dall’inquietante creatura, in una serie di segni che nel loro insieme, ancora oggi, raccontano di una storia verosimilmente fantastica.



Parma, 10 e 16 ottobre 2006.

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