Diciamo pure che come la stragrande maggioranza di tutti i bambini che a loro tempo hanno creduto in Babbo Natale, giunge quella vigilia in cui programmi di scoprire il momento fatale in cui il misterioso essere si presenta alla tua casa con i sospirati regali. E forse questo giorno non sarebbe mai arrivato, se non si fossero insinuati nella tua mente i primi dubbi illeciti, che i bambini più grandi ti hanno immesso, sulla sua esistenza.
Ecco quindi che dopo l’apocalittica abbuffata con familiari vicini e lontani, dopo le rumorose risate degli adulti dovute al troppo vino, e infine finalmente, dopo i saluti calorosi con abbracci, bacetti, e strizzatine di guance accompagnate dai consueti pacchetti e auguri vari, la casa resta deserta e tu felicemente esausto vieni portato a letto dalla mamma, che con un sorriso ripete per l’ennesima volta che per te il bello deve ancora arrivare… ma bisogna aspettare e soprattutto dormire! . . . "Ma certo, cara mammina, non è il caso di preoccuparsi tanto, non vedi come già gli occhietti si chiudono da soli?". . . Al fine che i nostri bravi genitori pacificamente rassicurati portino i loro corpi stanchi fra le lenzuola matrimoniali, non dopo aver ripetuto la stessa commedia con gli altri fratelli.
Allora cosa succede? Che aspettando pazientemente la quiete più assoluta dove tutti i movimenti si spengono con fermezza, arriva il momento di agire. Così scesi dal letto scalzo e mi appostai dietro la finestra per scoprire ogni possibile presagio che potesse disincantarmi dal dubbio. Il cielo era più stellato del previsto, visto che avevano diagnosticato brutto tempo, e poi non c’era neanche tanto freddo per essere dicembre. Ovunque mi voltassi assorbivo inerme le luci colorate sulle verande delle case e dei negozi vicini. E mentre un po’ tremavo, dentro di me continuavo insistentemente a chiedermi quanto cavolo di tempo ci mettesse questo illustre signor Babbo Natale! Io la mia lettera l’avevo consegnata alla maestra come tutti gli altri miei compagni di classe, con tanto di indirizzo verso le polari terre della Lapponia: quell’anno desiderai una chitarra vera e un videogioco portatile. . . ma più che altro la chitarra! Forse non ero stato tanto buono? Ma se era per questo, non credevo affatto che a Babbo Natale gli importasse molto della "bontà" dei bambini, e più che altro quale sarebbe stato il suo metro di giudizio? Certo i bambini non hanno mai scatenato una guerra, ma solo perché non ne hanno il potere altrimenti chissà in quanti avrebbero mai vissuto l’adolescenza…no, i bambini non sono buoni! Infatti indifferentemente dai caratteri e dalla predisposizione a nuocere, di tutti i bambini che conoscevo nessuno a Natale non ha mai ricevuto un regalo, o almeno nessuno ha mai avuto il coraggio di dire il contrario, altrimenti sarebbe stato terribile.
Passate le due di notte, dopo mezz’ora di appassita attesa, in fondo alla strada vidi una luce fioca che si avvicinava, ed era proprio la strampalata slitta del famoso benefattore natalizio, ma non essendoci neve invece dei pattini aveva quattro ruote gommate. Parcheggiò il mezzo proprio nel mio giardino, con tutte e dodici le renne che istintivamente cominciarono a mangiarne l’erba per la felicità dei miei genitori: ma che bella sorpresa per il mattino di Natale, un bel giardino rivoltato a nuovo con tanto di concime fresco fresco direttamente dalle terre del Nord! Se avessi avuto una carabina non avrei esitato un attimo a sterminarle tutte le incomode bestie cornute… "E bravo Babbo Natale, la tua prima cazzata l’hai compiuta, ora vediamo cosa saprai proporci!"…così senza aver bisogno delle chiavi, entrò in casa dalla porta principale con il magnifico sacco per cominciare la sua opera: un ladro professionista, se non fosse che invece di rubare, donava: era forse pazzo?
Io mi spostai dalla camera alle scale, e soffusamente presi a scenderle, nascondendomi poi dietro il divano della sala, proprio di fronte all’albero; lui non si accorse di nulla poiché fermo all’ingresso, era troppo concentrato a scorrere con la vista una lunghissima pergamena avvolta su se stessa. Quando arrivò a quello che cercava, con un sorriso si piegò sul suo sacco e lo riprese in spalla, e lemme lemme si trascinò sino all’albero. Così dopo aver riposto la pergamena, cominciò a tirare fuori i regali vari e col fiatone prese a elencare a bassa voce:
- Allora… questo computer è per Francesco e lo mettiamo qui… mentre questo orso parlante è per Jacopo e lo mettiamo qui… poi… mmh… no, siamo a posto, non mi dimentico niente… posso andare-.
Cosa? Non avevo capito bene, dopo avermi stupito con un italiano perfetto, mi deludeva così? La rabbia saliva sempre più, e proprio mentre stava per uscire io scattai di colpo e gli urlai:
- Ehi, cosa fai? Ci sono anch’io, torna qui e dammi ciò che è mio!-.
Il vecchio si spaventò non poco, e probabilmente il suo debole cuore ne risentì; così dopo essersi ripreso dal colpo mi disse tremante:
- A parte il fatto che tu dovresti essere a letto! E poi piccolo mostriciattolo, vedi di calmarti un po’!-
E’ tutto qui il carisma pacato e paziente di Babbo Natale?
- Comunque il tuo dono l’hai già ricevuto… non vedi sotto l’albero?-
- Ma, mi stai prendendo in giro? Io vedo solo i regali che hai portato ai miei fratelli… e io? …e per me niente? – Avevo gli occhi sbarrati pronti a esondare tutte le lacrime accumulate.
- Non ci devi vedere bene… il tuo regalo è il più grosso di tutti. Sotto l’albero c’è l’intero pianeta e io l’avevo lasciato per te! Da domani avresti potuto farci tutto quello che volevi, ma a quanto pare non lo meriti… toh, tieniti pure la tua chitarra!- E sfilandola dal sacco me la diede direttamente in mano, e fui felice.
Ingenuo, decisamente ingenuo, come tutta la felicità infantile che in quel momento provai. Quella fu l’ultima volta che venne Babbo Natale, quindi per comodità non volli crederci più. Avrei potuto avere tutta la Terra con i suoi beni: lo so, anche allo stesso Gesù durante la quaresima gli fu offerto da Satana il mondo e lo rifiutò; ma io non ero in quaresima, e poi Babbo Natale non era il diavolo, così come io non ero (e non sono) Gesù! O sì?
Mi è rimasto perciò tutto ciò che c’è sopra la Terra: tutta l’inutilità, come il cielo con le sue stelle e i suoi buchi neri, nella quale talvolta vengo risucchiato.
Parma. Dal 18 al 22/12 e 29/12/2000
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